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Impegno sociale per il contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie

mercoledì 29 ottobre 2014

L'Emilia Romagna al primo posto tra le regioni del Nord per minacce agli amministratori

[Dal sito de "Il Fatto"]: L’Emilia Romagna si classifica al primo posto tra le regioni del Nord, e settima in tutta l’Italia, per il numero di casi di minacce indirizzate agli amministratori pubblici del territorio, secondo i dati della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli eletti negli enti locali. Tra il 2013 e il primo quadrimestre del 2014, infatti, in regione si sono verificati 50 episodi di minacce indirizzate agli amministratori locali emiliano romagnoli, il 68% dei quali solo nella provincia di Bologna. Bossoli recapitati in buste di carta, lettere minatorie, ma anche messaggi dal contenuto offensivo e intimidatorio pubblicati sui social network. “Episodi simili nei confronti di sindaci e amministratori – spiega la senatrice Doris Lo Moro (nella foto), presidente della
commissione parlamentare – si verificano secondo modalità che variano di regione in regione: in Sardegna, ad esempio, per minacciare un rappresentante dei cittadini è capitato che gli venissero recapitati animali morti. In Emilia Romagna, invece, si è evidenziata una specificità: la diffamazione via internet. Messaggi offensivi, cioè, pubblicati sui social network contro i sindaci e gli eletti del territorio allo scopo di delegittimarli e influenzare, tramite l’intimidazione, la loro azione pubblica”. I dati ufficiali, spiega Lo Moro, arriveranno con la pubblicazione della relazione scritta dalla commissione parlamentare". Durante l'incontro di lavoro della Commissione parlamentare tenutosi a Cardano al Campo il 6 ottobre scorso, al quale aveva partecipato anche una rappresentanza dell'Ass. LTM, la senatrice Lo Moro aveva sottolineato come fossero soprattutto i contesti locali colonizzati dalle mafie a produrre come conseguenza un maggior numero di minacce nei confronti degli amministratori pubblici anche da parte di soggetti non connessi alle associazioni mafiose. Tali comportamenti, a parere della senatrice, sono dovuti al degrado del contesto sociale determinato dalle mafie. Perciò, aggiungiamo noi, se fosse possibile rovesciare il ragionamento (dove ci sono intimidazioni degli amministratori ci sono le mafie), si tratterebbe di un importante "reato-sentinella" (assieme ad altri come gli incendi nei cantieri per es.) in grado di segnalare la presenza delle mafie anche in contesti insospettati.

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